Alla ricerca della felicità… suggerisce Csaba Dalla Zorza
Giorni fa, Csaba, donna di grande eleganza e raffinatezza, ha pubblicato una delicata riflessione sulla felicità (http://www.csabadallazorza.com/alla-ricerca-della-felicita/) dalla quale ho deciso di trarre spunto per una mia riflessione.
Ogni anno, a Natale, solitamente scrivo un post per ringraziare gli amici e le persone care che hanno sostenuto, consigliato e partecipato alla vita, non soltanto culinaria, di Madame Aїoli.
Quest’anno non l’ho fatto perché ho preferito dedicare uno spazio beneaugurante per il nuovo anno.
Come scrive Csaba e come tutti immaginiamo, “la felicità è sicuramente uno stato emotivo temporaneo, spesso breve. La serenità e la tranquillità emotiva sono invece i terreni di confine più preziosi all’interno dei quali potremmo decidere di perderci senza cercare oltre, ma spesso non lo facciamo”.
Invece io lo faccio, continuamente, ogni giorno.
Mi sono interrogata e analizzata a lungo, soprattutto in questi ultimi tre anni, per giungere alla conclusione che innanzitutto bisogna essere dotati di una grande ricchezza d’animo per riuscire a restare sereni e ottimisti, anche quando la vita sta temporaneamente andando controvento.
Il nutrimento è materia primaria per noi foodblogger, ma il nutrimento dell’anima è tutt’altra cosa e non è poi così scontato.
A questo proposito, le uniche persone che devo veramente ringraziare sono mio padre e mia madre.
Con la maturità e di fronte alle difficoltà della vita ho capito che sono stati loro a dotarmi di tutti gli “strumenti” necessari per nutrire l’anima conservando la serenità utile a raggiungere quella felicità che tutti desideriamo.
Naturalmente non si tratta di “strumenti materiali” ma di un invisibile miscuglio di ottimismo, buon senso, spiritualità, eleganza e rispetto per se stessi e per gli altri.
Un’educazione spensierata, abbastanza edonista e in qualche modo “artistica”, in cui materialità, opportunismo, compromesso e punizione non hanno mai trovato posto, hanno contribuito a rafforzare in me l’idea che il requisito principale di tutto ciò che serve per muoversi bene e costruire qualcosa di duraturo nella vita è l’amore, in quanto sentimento naturale che non si impone, non si pretende e non si compra. Una vita senza amore né rispetto vuol dire costruire su una palafitta. Prima o poi tutto crolla.
Nel mondo di Aїoli quei saldi paletti che trasformano giornate normali in un inaspettato arricchimento esistono. Posso elencarne alcuni nella speranza di essere utile ai miei lettori e di ispirarli per il raggiungimento della serenità:
il sorriso di mio padre, la sua bontà d’animo e il suo ottimismo. Un uomo elegante e di grandi sentimenti a cui devo il mio senso della famiglia, del focolare e dei piccoli riti quotidiani, dal caffè della mattina al ritrovarsi a tavola in allegria e con spirito di convivialità; a lui devo anche quel pizzico di “understatement” utile per affrontare il mondo con il garbo necessario ad arginare l’egocentrismo dilagante.
L’ossessione estetica di mia madre, benché simpaticamente snervante, è stata comunque importante per avere un senso del bello e dell’eleganza fuori dal comune. Lei mi ha insegnato la gioia di una tavola ben apparecchiata e di una casa rallegrata dai fiori. Mi ha trasmesso il valore dei ricordi e delle storie di famiglia legate agli oggetti che spesso mi regala, destinandoli così a nuova vita e ad altri ricordi.
Le mie case sono sempre stracolme… perché in realtà gli oggetti non sono oggetti ma pezzetti di vita; ogni cosa ha una sua storia di cui lei mi ha insegnato a conservarne e raccontarne il valore.
Cucinare per divertimento e per fare contenti i miei ospiti. A casa mia non si cucina come esercizio di stile e perfezione, né per ostentare la ricetta perfetta. Si cucina per stare bene e per godere delle cose buone.
La parte artistica della vita: danza, musica e teatro. Alcuni dei momenti più belli e più emozionanti dell’anno passato sono state le serate al Teatro dell’Opera e alle Terme di Caracalla, poter rimettere le mani sul pianoforte dopo quasi 15 anni di inattività e riscoprire quel bagaglio di musica mai dimenticata ma soltanto nascosta in qualche angolo del cuore e della testa.
Da qui, tra l’altro, sta prendendo forma il progetto per includere la musica e la danza in quello che era già un progetto artistico avviato. Chiacchierando con un vecchio amico, abbiamo parlato infatti di creare un “laboratorio” che potesse includere non soltanto l’arte ma anche la musica e la danza, in cui più mi riconosco, e che considero espressione massima di vitalità e creatività.
Chissà che il 2015 non veda la concretizzazione di questo desiderio!
Naturalmente, infine, la cucina e questo blog. I miei spazi “infarinati” dove ho trovato un arricchimento costante, mai banale e sempre stimolante.
Csaba conclude il suo articolo con l’augurio che i mesi a venire possano essere un foglio bianco sul quale esercitarsi, non tanto alla ricerca della felicità ma nei modi per riconoscerla, assaporarla e farla durare il più a lungo possibile. Soltanto così potremo diventare un terreno fertile per far crescere qualche buon frutto.
La mia riflessione personale paradossalmente è la stessa di quando ho iniziato a scrivere questo blog, quasi cinque anni fa: l’amore è l’unico elemento essenziale per cucinare bene, vivere bene e mettere in piedi quella che qualcuno osa chiamare felicità.
Non quindi l’infatuazione di un momento, un capriccio o una forzatura travestita da agnello sacrificale ma il sentimento che ci fa vivere, accettare e comprendere oltre l’umana possibilità e che ci conduce ad uno stato di grazia prossimo alla felicità. Una cara amica di famiglia mi ripete costantemente che esiste un ordine naturale delle cose, le quali sanno da sole cosa fare e come guidarci verso ciò che è più giusto per noi. Si tratta soltanto di ascoltare l’armonia interiore che conduce alla serenità.
Grazie Csaba per queste profonde riflessioni di vita extra culinarie.