Pic nic notturno…
Ogni agosto prendo sempre più coscienza dell’amore profondo che mi lega alla mia città ed è come se in quel momento Roma diventasse soltanto mia. Cammino in tranquillità, osservo gli stessi paesaggi e scenari ma sotto una luce diversa, ed è bellissima. La ascolto, la tocco e la respiro, ritrovo i miei angoli preferiti, i miei ricordi d’infanzia, le passeggiate con papà.
Respiro Roma e respiro mio padre.
I ricordi riaffiorano ad ogni strada, ponte o piazzetta. Siamo radicati… ho aneddoti in ogni angolo, zie in ogni quartiere e storie per ogni vicolo o personaggio.
Forse a qualcuno possiamo sembrare pazzi o un po’ esaltati ma più incrocio persone diverse nella mia vita e più mi convinco che la romanità è un pregio unico e un talento. Il senso dell’umorismo di un romano non ha eguali. Ed era il più grande pregio di mio padre. Riuscì a fare delle battute divertenti persino quando purtroppo ci stava lasciando… Il suo senso dell’umorismo è sempre stato il motivo per cui a casa nostra transitava tanta gente e spesso gli amici si fermavano a tavola con noi.
Cosi come ero io (ormai adulta) a spezzare, con qualche racconto esilarante e con la stessa leggerezza e senso dell’umorismo di mio padre, la monotonia di alcune noiosissime cene in casa. Un dono prezioso che mi ha lasciato in eredità e che ha rallegrato tavole e ricorrenze altrimenti mortifere (mi chiedo come possano esistere persone che non ridono mai).
SPQR: sono pazzi questi romani. E siccome siamo un po’ pazzi, ogni agosto io e le mie sorelle non manchiamo mai al nostro consueto appuntamento del pic nic notturno.
Non c’è niente da fare, a noi Castellani piacciono da pazzi i pic nic! E di notte sono ancora più affascinanti. Prato privato meraviglioso con vista sull’Arco di Giano e sul campanile della Chiesa di San Giorgio al Velabro, proprio nella piazzetta della Cloaca Massima, non lontano dal luogo in cui la leggenda colloca il ritrovamento dei gemelli Romolo e Remo da parte della lupa, a due passi dal Foro Romano… Alberi di ulivo intorno e un affascinante pergolato di foglie di vite. Anche quelle mura sono piene di storie e sussurrano qualcosa che noi sorelle conosciamo bene. Abbiamo passato tutta l’infanzia dentro l’Arco di Giano quando non era ancora recintato nè isolato. Ne conosciamo ogni fessura e ogni angolo. Ricordo ancora quando girarono alcune scene del Marchese del Grillo dentro l’Arco e noi eravamo tutte li ad assistere con Alberto Sordi simpatico e scanzonato.
Ma torniamo al cibo… stavolta per il pic nic notturno siamo state un po’ più tradizionali e spartane. Di ritorno da una gita ai Castelli, Laura ha portato la porchetta, il pane di Genzano, le ciambelline al vino, abbiamo i pomodori dell’orto di Licia, le sue melanzane che ho preparato come piace a me e fichi dall’albero.
Oggi ho avuto il tempo anche di impastare un pane “campagnard” con farina integrale e noci.
Le melanzane solitamente le faccio a fettine non molto spesse e le griglio. Preparo un piatto con sale, olio, tanto basilico, aglio e peperoncino (di quelli miei super piccanti… il trinidad scorpion) e man mano che si grigliano le adagio sul piatto e le condisco con gli ingredienti detti.
Per il pane “campagnard” alle noci (per 4 persone) ho preso: 350 gr di farina integrale, 3 cucchiaini di lievito in polvere, ¼ di litro di latte, 1 uovo, 100 gr di gherigli di noci, 60 gr di burro, sale.
Procedimento: setacciate insieme la farina, un pizzico di sale e il lievito, poi aggiungete i gherigli. Mescolate in una terrina il burro precedentemente sciolto, il latte e l’uovo, poi aggiungete il composto alla farina ed impastate fino ad ottenere una pasta omogenea. Versate l’impasto in una terrina rettangolare e fate cuocere a circa 200° per una buona mezz’ora.
“Vorrei provare a svelarvi il mistero di Roma. Credo abbia a che fare con la risposta che Roma offre, anche involontariamente, all’assurdo della condizione umana, eternamente franante, sospesa tra il nulla e il tutto, tra eterno ed effimero. Questo mistero si nasconde sulla superficie del suo abbagliante palcoscenico” (Filippo La Porta, Roma è una bugia).