Il menù del mio matrimonio… siciliano!

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Si lo so. So cosa state pensando mentre leggete questo post… non ne potete più della Sicilia in questo blog. Ma non sei romana?!?! Si, decisamente.

Tralasciando il fatto che ancora prima di scegliere un menù siciliano, volevo sposarmi direttamente a Palermo, con un Anto sempre più perplesso e spaesato, e che alla fine rinunciai soltanto per la difficoltà di avere documenti e nulla osta in tempi brevi, e perché forse solo mia madre (considerate le sue strambe teorie…) appoggiava questo mio folle progetto… ripiegai sul cibo!

Per quel giorno, oltretutto, volevo un menù atipico, originale, fuori dagli schemi di qualsiasi matrimonio celebrato nella capitale.

Sono stata io stessa ospite più volte a tanti matrimoni e il menù non mi ha mai colpito particolarmente né per originalità né per eccellenza. E non me ne vogliano i miei amici-lettori…

Quante persone si sposano a Roma ma mangiano siciliano?? Finora solo io credo…

Questo ha comportato non poche discussioni con Anto. Lui non ne vedeva il senso io invece si:  sfuggire alla banalità della trofia e alla retoricità dei frittini.

Una delle ultime discussioni terminò con un mio storico: “non mi piegherò mai alla sella di vitello!” che decretò la fine di qualsiasi ulteriore dibattito e il menù siciliano ebbe la meglio su qualsiasi trofia pallidina.

In realtà, stavo già segretamente trattando con lo chef e caro amico Filippo La Mantia che, di volta in volta, tenevo aggiornato sull’ennesima vittoria del maialino dei nebrodi contro la triste sella di vitello…

Filippo aveva capito perfettamente cosa volevo e mi accontentò in tutto, compresa la cassata a 5 piani con tanto di “pupini” (come li chiama lui) in cima, fatti arrivare direttamente da Palermo e che conserviamo gelosamente nel mio studio.

Questo il menù:

-          la piccola rosticceria siciliana

-          la caponata di melanzane con i pistacchi di Bronte

-          i sedanini con il pesto di agrumi e le alici fritte

-          la tonnina abbuttunata con il pesce di terra e la marmellata di melanzane

-          il maialino nero dei Nebrodi laccato con il miele di zibibbo

-          la granita di arance

-          la cassata siciliana

-          la piccola pasticceria siciliana. E naturalmente vini siciliani.

Riporto qui la ricetta del suo famoso pesto di agrumi (che adoro):

Ingredienti (per 4 persone)

200 gr di mandorle pelate

50 gr di capperi sottosale

50 cl di olio extravergine di oliva

4 arance

1 mazzetto di basilico

Procedimento:

sbucciate le arance, mondate e lavate il basilico, mettete nel mixer la polpa delle arance, le foglie di basilico, le mandorle, i capperi dissalati e l’olio. Frullate per due minuti circa, fin quando non otterrete un pesto dall’aspetto omogeneo.

Le ricette di Filippo si possono trovare nel suo sito: www.filippolamantia.com

La cassata che vedete in foto è stata creata per me dal geniale chef pâtissier Stephane Betmon che ancora ringrazio di cuore. E ringrazio tantissimo Filippo per avermi salvato dalla sella di vitello e per avermi regalato una cena indimenticabile e decisamente “originale” per una romana!
Alla fine anche Anto è stato felice, a parte il fatto che già lo era perchè stava sposando una donna unica e particolare come la sottoscritta! :)
A distanza di anni, gli invitati ancora ricordano la raffinatezza e lo stile chic del menù e della serata.
Madame Aioli è sempre Madame Aioli! Auguri.

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