Frappe, castagnole e un pizzico di “sole”

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Frappe, castagnole e un pizzico di “sole”

Febbraio è solitamente associato al Carnevale, ai dolci tipici, alle maschere, ai costumi e all’allegria.

Le riviste di cucina si sbizzarriscono pubblicando ogni genere di dolcezza fritta, al forno, zuccherata, mielata e appiccichina.

Quando ero bambina febbraio era un mese di giochi e travestimenti. Ci sentivamo autorizzate a mascherarci sempre. Stranamente non ho mai voluto impersonare “qualcuno” ma un elemento naturale. Le maschere alle quali sono rimasta legata affettivamente sono quelle da “primavera”, fata delle nevi, e pomodoro. Ero sempre un tripudio di fiori, taffettà vaporosi e azzurri come il cielo, pon pon piumosi e nevosi. Mi volevo fondere con la natura e la terra e, in effetti, vestita da pomodoro ho toccato il fondo, avevo anche una sorta di picciolo sulla testa ma ero tanto contenta!

In quel periodo, inevitabilmente, nella cucina di casa si riesumava la vecchia ricetta delle frappe e delle castagnole. Ricetta che ora conservo io, (mal) scritta a mano da mamma su un foglio di carta ormai giallo, consunto, macchiato e quasi indecifrabile.

L’aneddoto più divertente della ricetta è il “pizzico di sole”. A mia mamma non è mai piaciuto evidentemente mettere la zampetta alla “a” per cui tutte le “a”, nelle ricette, sono sempre diventate delle “o”. Il pizzico di sale è diventato il pizzico di sole e a casa mia, da quel momento, si è sempre cucinato con un “pizzico di sole”, un richiamo senz’altro anche alla positività nella vita che poi ci è stata in qualche modo tramandata naturalmente. In effetti, io cerco sempre di concentrarmi sul lato positivo delle cose e di prendere la vita con allegria e con un “pizzico di sole”…

Questa ricetta delle frappe e delle castagnole è quella che ha gironzolato in casa per tutta la mia infanzia, che mia sorella utilizza per Billa e Luca e che per anni è stata conservata nel famoso quadernetto di ricette di papà. Ci sono soltanto le dosi, il procedimento neanche a parlarne, come da nostra tradizione. Posso solo dire che mio padre stendeva la pasta per le frappe sottilissima!! E friggendole venivano belle croccanti e dorate. Che profumo…

Castagnole:

600 gr di farina (manitoba, vengono più morbide)

150 zucchero

1 pizzico di “sole”

1 hg burro sciolto

4 uova

1 bicchierino mistrà

1 scorza di limone grattugiata

1 bustina di lievito

vaniglia

Frappe:

500 gr farina

30 gr di burro fuso

2 tuorli e 1 uovo intero

1 cucchiaio di zucchero

vino bianco q.b.

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  1. Che bei ricordi! Quando a casa se ne preparavano in quantità industriali da portare anche a scuola per la classica festa mascherata…

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