Il circolo socio culturale “Le Sicilianedde”, storie e suggerimenti di vita al profumo di rosa tea
“Ed è bello amare. Ed è bello fidarsi perché la fiducia è la forma più alta di elevazione verso la felicità, una specie di equazione al quadrato dove gli efficienti sono l’onestà e la trasparenza di intenti”.
Ancora una volta riprendo le delicate parole di Gipsy (in the Kitchen) per scrivere di fiducia, sentimenti e trasparenza. Oggi niente ricette ma riflessioni sulle anime buone e sulle vite degli altri, come è nello stile del mondo di Aїoli. Se avete voglia di cucina abbandonate questo post perché oggi non consiglio ricette ma suggerimenti per vivere sorridendo e lasciare che le giornate profumino di rosa tea.
“Le Sicilianedde”, ritrovo di grande umanità e allegria in zona Parioli è ormai per me una tappa giornaliera immancabile. Un crocevia di esistenze e personaggi poliedrici e interessanti con i quali mi intrattengo a parlare di vita vissuta, sentimenti, speranze e progetti.
Afose giornate estive che mi hanno condotto verso Giuseppe, artista trasformista che ripropone personaggi e canzoni celebri in una sua interpretazione personale e divertente, Luciano, uomo dal passato ricco di vissuti, con il quale è stato sufficiente pronunciare una sola parola “Roma” per riconoscerci nella stessa anima e amore per questa città difficile ma avvolgente e unica. Lui che con i suoi racconti di romano puro mi ha trascinato indietro nel tempo a quando da bambina mi immergevo in una città più quieta e umana.
Antonio, artista dalle mille sfaccettature che si divide tra il teatro, la pittura e la scrittura (www.antoniolarosa.it vi invito a dare un’occhiata per scoprire questo artista affascinante). Con Antonio è bastato un disegno e uno sguardo. Un disegno e dei libri sul tavolo che hanno attirato la mia attenzione, due occhi azzurri, trasparenti e sinceri per iniziare a parlare di arte, danza e teatro. Ho scoperto che Antonio è un artista poliedrico e una persona di grande spessore e umanità. Quando non sono a Bancovino, ci ritroviamo lì, ognuno con il proprio bagaglio di storia, arte e progetti. Si lavora tutti insieme, si scrive, si parla e si mangia, naturalmente. Altre “vite artistiche” si incrociano con le nostre, la mia amica Sabrina attrice di teatro e ballerina, la gallerista che racconta della sua vita in Uzbekistan, scrittori, musicisti, appassionati di cucina e di vino.
A volte mi sembra di ritrovarmi nella scena finale del film “A big fish – Le storie di una vita incredibile” (film che consiglio a chi non vede oltre il proprio naso e vive senza ali…) in cui il protagonista racconta di storie al confine tra realtà e fantasia ma queste storie si scoprirà, hanno più verità di quanto si possa immaginare.
Per dirla con le parole di Edward Bloom “quando la nave è salpata solo un matto può continuare ad insistere. Ma la verità è che io sono sempre stato un matto!”.
L’interazione che si è creata mi avvolge umanamente perché mi rimanda un tratto peculiare della mia essenza: le anime belle entrano nella mia vita (e solitamente restano) per amore e amicizia autentica, perché “sentono” un’accoglienza e un’accettazione disinteressata. Anime che spesso fanno giri lunghissimi e poi tornano perché il conforto del mondo di Aїoli non ha basi materialistiche ma nutre un humus invisibile ad occhio nudo, e con il passare del tempo mi considero sempre più fortunata per non aver mai avuto bisogno di ricorrere a strumenti esterni a me stessa per avere qualcuno accanto.
Di persone ne ho conosciute tante ma poche rispondevano ai miei canoni di anime belle e sono contenta oggi di essere libera di scegliere le anime adatte alla mia. Lo considero un gran privilegio e un’occasione che la vita mi offre. A pochissimi viene data la possibilità di scegliere e chi non ha un’anima libera resta purtroppo incastrato in mondi grigi che altri hanno deciso per loro.
A questo proposito vi regalo una frase di Lord Byron che mi è stata gentilmente dedicata: “Be thou the rainbow in the storms of life, the evening beam that smiles the clouds away, and tints tomorrow with prophetic ray”.
I miei “tips” di oggi non sono ricette ma due libri che consiglio e che spesso ho regalato: “La forza della gentilezza” di Piero Ferrucci o l’“Elogio della gentilezza” di Adam Phillips e Barbara Taylor. Per me sono stati capisaldi. Quando siamo gentili e sorridiamo, attiriamo il bene, nonché energie positive che fanno bene anche a noi. Ma ahimé, bisogna essere ben strutturati interiormente per vivere di gentilezza. E’ più semplice scadere nella provocazione e nella cattiveria gratuita, armi dilaganti di chi non ha strutture interiori né un equilibrio personale ben saldo.
Mio padre, uomo ricco interiormente, con il suo gaudente spirito romano mi ripeteva spesso: triste chi non ride mai. E sulla scia di questi preziosi insegnamenti ricordo un giorno di aver chiesto ad una persona a me molto cara: “tu hai mai riso con xyz”? la risposta fu “no. mai”. Però ha scelto ugualmente di condannarsi all’infelicità e ad una vita di facciata, senza sentimento, senza affinintà elettive e senza sorriso. Ecco perchè quella è la domanda che faccio sempre alle persone a cui voglio bene.
Solo sorridendo si diventa padroni del proprio destino.
Per questo vi suggerisco di leggere Gipsy e i libri che oggi mi sento di consigliare.
Intanto qui ci prepariamo per il prossimo spettacolo di Giuseppe. Giorni roventi in cui ci stiamo divertendo a rovistare nel guardaroba anni ’70 di Galitzine che da generosa qual è, ci mette a disposizione un atelier fornito e invidiabile.
Chiudo questo post con la promessa di un articolo su come preparare un cesto del pic nic nutrito e goloso con la ricetta per le scottish eggs, i pancake di zucchine, focaccia con fichi e miele e altre cosine buone… E sulle note del Lago dei Cigni, in punta di scarpetta, vi saluto.
il regalo di Antonio per la me ballerina. grazie