La torta della mia infanzia
Eccola: “Torta delizia al cioccolato”! Fotografata direttamente
dal ricettario “pane degli angeli” degli anni 70 di mia mamma, ormai quasi a
brandelli e con tanto di pezzi di impasto e farina ancora appiccicati sui fogli…
l’ho fatta impazzire perché lo ritrovasse e lo conservo gelosamente perché questa
è la ricetta della torta che volevo per ogni mio compleanno finché ho capito
che provarne altre poteva anche essere interessante. Ma allora non c’era verso
di farmi cambiare idea. Doveva essere questa!
Ingredienti:
270 gr di farina
140 gr di burro
170 gr di zucchero
3 uova
1 bicchiere di latte
200 gr di zucchero a velo
70 gr di cioccolato
1 bustina di lievito vanigliato “pane degli angeli”.
Procedimento (come riportato nel foglietto):
montate a spuma il burro, poi incorporate lo zucchero e i
tuorli, unite ancora la farina mescolata con il lievito, il latte e, infine, gli albumi montati a
neve. Versate il composto in uno stampo imburrato e lasciatelo cuocere per
circa un’ora. A freddo ricoprite la torta con una glassa che otterrete
sbattendo i tre albumi e unendo a pioggia il cioccolato grattugiato e lo
zucchero a velo. Guarnite, come nell’illustrazione, con dischetti “lingue di gatto”.
“La torta della mia infanzia”: che bel topic!
La mia “torta dell’infanzia” fu introdotta in casa per la prima volta in occasione del mio 2° o 3° compleanno, nei primi anni 80 e, forte del successo riscosso, negli anni a venire si è insediata facilmente nelle abitudini alimentari della famiglia.
!
Di forma rettangolare e composta da moduli ben allineati e compatti di oro saiwa, a volte mi sembrava una costruzione gigante di Lego, e ricordo vividamente che, mai soddisfatta della porzione che mi spettava, attendevo che mia madre uscisse dalla cucina per rubarne furtivamente dei pezzettini dal frigorifero.
Per me si chiamava “la torta di biscotti” ed era nata in provincia di Napoli, precisamente a Castellamare di Stabia (dove risiedono delle zie che avevano dato la ricetta a mia madre). In realtà, con sorpresa, ho poi scoperto che è una ricetta tipica emiliana, il “Dolce mattone” (o “Mattonella di caffè”), che con un nome così non fa certo pensare ad un dessert leggero o adatto ai bambini. Tuttavia garantisco sulla sua estrema bontà… ed ho numerosi testimoni
La versione di mia madre prevede una serie di strati di oro saiwa bagnati nel caffè e tenuti insieme da altrettanti strati di crema (a base di burro, zucchero, uova, vanillina e brandy), con una copiosa spolverata di cacao finale.
Per me rappresenta ancora il sapore della mia festa e dell’estate (sono nata ad agosto).
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