Oggi…
mio papà avrebbe compiuto 80 anni. E sento forte il bisogno di ricordarlo in questo mio “spazio culinario” che ho condiviso con lui finché è stato possibile.
Ho già detto alcune cose di lui e oggi vorrei aggiungerne altre per mantenere vivo il suo ricordo.
Mio padre era un uomo alto, elegante, sorridente e generoso. Era nato e cresciuto ai Parioli, un quartiere di Roma che amava moltissimo, per il quale aveva conservato una forte nostalgia e che era diventato la meta dei nostri pellegrinaggi. Spessissimo tornavamo insieme dalle “sue parti”, mi raccontava storie e aneddoti, mi ha fatto conoscere e amare Villa Borghese, dove ogni anno, a maggio, seguivamo insieme il concorso ippico di Piazza di Siena e che ora è la mia meta preferita per i pic nic primaverili.
Mio papà amava il suo lavoro, spesso mi portava con lui e così mi ha dato modo di scoprire il suo mondo “oltre casa”… le sue scartoffie, il laboratorio chimico, gli operai che lavoravano per lui e che lo veneravano. È stato osservando lui in quel contesto che ho imparato a trattare con persone anche molto diverse da me.
A casa con noi amava la cucina e la convivialità ed è per questo che la nostra era il classico “porto di mare”. Ricordo cene, amici, ospiti, cibo, vino, bivacchi e allegria.
Quello che più mi manca è proprio il suo sorriso e una sana spensieratezza nei confronti della vita, un tratto che a volte faccio fatica a ritrovare nella persone che incrocio.
Ho provato tanto a cercare la ricetta di alcuni dolcetti che lui adorava: i “sospiri”. A Roma ormai sono introvabili. Li vende ancora soltanto Giolitti a Campo Marzio e mi sono ripromessa di fare un’incursione per vedere se riesco ad ottenere la ricetta per poterli rifare e poter ricordare il mio papà.
brava Chicca, trovare le parole giuste per esprimere il vero affetto non è facile e tu ci sei riuscita